lunedì 20 dicembre 2010

"SOGGETTI SMARRITI: LA TERRA" di Mauro Orlando

"SOGGETTI SMARRITI": LA TERRA

...., lo possiamo definire un "viaggio.....(in questo caso)...nel significato delle parole" curato dal Prof. Mauro Orlando - Presidente Onorario della nostra Comunità RNCD.

(NdR) Il Viaggio è previsto in 17 tappe che qui riportiamo come indice. Ogni argomento sarà pubblicato in Post unico nel corso di questi mesi sul nostro blog e su quant'altri sono interessati a pubblicarli.







INDICE

1. il VIAGGIO

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-il-viaggio.html

2. COMUNITAS

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-comunitas-di-mauro.html

3. “IMMUNITAS”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-immunitas.html

4. La comunità …inoperosa”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-la-comunita-inoperosa.html

5. La terra

6. IDENTITA’

7. POESIA per.. “l’IO”

8. Poesia per “gli altri”

9. PAESOLOGIA

10. Politica

11. Maliconia

12. Festa

13. Amicizia

14. Nostalgia

15. Della comunità o della “consapevolezza” provvisoria

16. Sapere-politico

17. Cinismo (lettere per i vivi)

LA TERRA

La questione di base è per ‘il soggetto”, oggi come per il passato, come abitare e pensare la terra. E l’analisi del “come”, della “terra” e delle “abitare” è quanto c’è di più interessante per impegnarsi in un lavoro anche conoscitivo oltre che estetico, esistenziale, etico o politico . Riguardo all’“abitare” bisogna riconoscere un debito alla teorizzazione filosofica di Heidegger e alla sua filosofia sulla esistenza autentica . La radice di abitare è quella del verbo avere. Avere la terra. Possedere la terra. Dominare la terra. Padroneggiare la terra. Controllare la terra. Tenere la terra. Prendere la terra. Occupare la terra. Appropriarsi della terra. Ognuno s’accorge di questo immediatamente.

Di fatto bisogna riconoscere che l’ordine sociale e culturale espelle la natura in cui esso originariamente si è costituito. Tale trionfo dell’artificio e della tecnica nella modernità coincide con il dominio quasi assoluto dell’intelligenza meccanizzata sugli enti intramondani siano esseri umani, oggetti e manufatti o prodotti naturali? O questo trionfo è dovuto anche alla delega che la filosofia o il pensiero in generale attualmente hanno concesso alla “tecnica”, fino al punto paradossale e tragico nella storia del secolo passato di nascondere la mano dell’uomo che ha trasformato i forni da pane in forni crematori degli umani?

La filosofia e il pensiero umano hanno ancora il compito precipuo di espandersi o allocarsi nel tempo e nello spazio che agiscono sulla terra? La filosofia comunque non è mai una disciplina accademica ma un modo di essere …. un corridoio aperto attraverso cui la persona ricerca la verità di sè e del mondo che la circonda. Per amarlo e migliorarlo.

Per parlare di una formulazione alta e profondo sulla “terra” dobbiamo necessariamente in ambito filosofico parlare di Heidegger( Essere e tempo) e Schmitt (Il nomos della terra). Non per salmodiare in modo rituale da allievi fedeli e proni ma per individuare un nuovo modo e un nuovo ‘nomos’ per pensare e vivere “il proprio territorio” in una epoca postfilosofica, postmetafica, postpolitca e soprattutto postideologica.

Occorre intendere che l’abitare la terra di Heidegger, come quello di Schmitt è comunque nel circolo. L’uno sprona e l’altro frena, il tempo. E nessuno vanifica l’ipotesi del cerchio magico e ipnotico. La contemporaneità con gli inevitabili strascichi del moderno , la tirannia del postmoderno tecnologico con gli echi mai sopiti del classico ,ci impone un orizzonte del pensiero, dove gli strumenti della ragione sono coniugati necessariamente assieme quelli della passione ,del sentimento ,del cuore ,consapevoli che gli orizzonti si allontanano tanto quanto ci avviciniamo.

Perchè come ricorda la poetessa Marina Cveteva, “ Il pensiero è una freccia. Il sentimento –un cerchio”. Bisogna ,quindi, riprendere il cammino dal pensiero di Heidegger, integrandolo con la nostra esperienza dell’abitare quotidiano felice o infelice, che arricchisce di nuove considerazioni un nuovo modo di pensare , fare e utilizzare al meglio “una critica severa della condizione in cui si trova lo svolgimento della nostra esistenza”,evidenziando che non si tratta di tornare al passato mitico o edenico di “paradisi perduti”o “isole felici” da rincorrere, ma di pensare,vedere , vivere e raccontare “i piccoli paesi” gli oggetti,le piante e gli uomini che li abitano concretamente con nuovi occhi e anche con nuove parole.

” Per vivere in un paese - scrive Franco Arminio - devi dismettere ogni arroganza. Non importa se la nascondi o la fai fluire. L’arroganza si sente, agisce come un acido che corrode i tuoi legami con gli altri. Il paese è una creatura che ti chiede misericordia.

Devi sentirti come un cane bastonato. Non devi sentirti uno che ha qualcosa da insegnare, uno che vuole cambiare la sua vita e quella degli altri. Il paese ti chiede di amare quello che sei e quello che il paese è. Non devi fare altro”.. La terra è lo stesso luogo, quello che appare a Heidegger, come a Hegel, quello ipotizzato nel IV sec a.Ch. da Platone con il mito della caverna per evitare che i sensi diventassero catene costrittive e imparare a usarli per poter “ritornare a riveder le stelle”. Il luogo dell’essere umano nella sua essenza ideale è nel suo “esserci” gettato nel mondo e predisposto alla morte come fatto naturale e razionale.

La vita è lineare, quindi si tratta di “tornare al passato” per essere capaci di pensare e lanciarsi nel futuro. “Il futuro – scrive M. Zambrano - ci si presenta anzitutto come ciò che sta per arrivare… il futuro lo sentiamo arrivare, sopraggiunge in maniera inevitabile”……

di Mauro Orlando - Presidente Onorario Comunita RNCD

“Merita il nome di sapere soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima”.

sabato 11 dicembre 2010

"SOGGETTI SMARRITI": LA COMUNITA' ...INOPEROSA di Mauro Orlando

"....amo le "eterie e i thiasi' greci non per supponenza e snobberia elitaria e esclusiva. Per me la democrazia individuale- comunitaria non è un ossimoro intellettuale ma uno stile di vita e una ricerca di senso e di identità troppo importante per il resto della non più tenera età!" (mauro orlando)
"SOGGETTI SMARRITI":
...., lo possiamo definire un "viaggio.....(in questo caso)...nel significato delle parole" curato dal Prof. Mauro Orlando - Presidente Onorario della nostra Comunità RNCD.

(NdR) Il Viaggio è previsto in 16 tappe che qui riportiamo come indice. Ogni argomento sarà pubblicato in Post unico nel corso di questi mesi sul nostro blog e su quant'altri sono interessati a pubblicarli.





INDICE

1. il VIAGGIO

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-il-viaggio.html


2. COMUNITAS

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-comunitas-di-mauro.html

3. “IMMUNITAS”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-immunitas.html

4. La comunità …inoperosa”


5. La terra

6. IDENTITA’

7. POESIA per.. “l’IO”

8. Poesia per “gli altri”

9. PAESOLOGIA

10. Politica

11. Maliconia

12. Festa

13. Amicizia

14. Nostalgia

15. Della comunità o della “consapevolezza” provvisoria

16. Sapere-politico


"LA COMUNITA' ...INOPEROSA"
La parola magica ….è inoperosità comunitaria . Se abbiamo scelto la parola «comunità», ci accorgiamo che essa è riconducibile, in definitiva, ad un duplice senso: ciò che è in comune ed essere-in-comune.. L’essere-in-comune rappresenta la modalità di esistenza del libero individuo che partecipa direttamente, insieme agli altri, a ciò che è in comune. L’essere-in-comune è appunto riferito ai componenti della comunità. Ma gli stessi componenti, sebbene fondamentali per l’esistenza della comunità, possono essere gli artefici di un ribaltamento dialettico un cambiamento di visione che li deve condurre da una modalità disgregativa a una aggregativa. È una dimensione plurale della comunità in cui la “molteplicità” fa intravedere una dimensione in cui la persona non è separata dalla vita, o da se stessa, ma coincide con essa in un sinolo inscindibile di forma e forza, di esterno e d’interno, in cui il soggetto è finalmente norma a se stesso e non deve nulla ad istanze trascendentali o trascendenti. In altre parole, un unicum, o singolarità, che coniuga il singolare e il plurale nella stessa persona.
Ed ecco allora il paradigma o la categoria originale e diversa della provvisorietà e ….della inoperosità. L’improduttivo spazio e tempo dell’inoperoso non è delimitabile da un opaco dispositivo di miscelazione di desideri arcani, pulsioni di fuga, resistenze inerziali, eremitaggi esistenziali, silenzi e rifiuti assoluti, immobilismi estremi. Volendo far uso di un lessico più squisitamente filosofico, possiamo peculiarmente qualificare l’inoperoso come la prevalenza dello stare dell’essere sul divenire dell’essere: esso è il sottrarsi giocato contro l’esporsi. In tal senso, è la faccia speculare del potere: l’abbandono simmetrico alla cattura. Noi vorremmo scongiurare l’abbandono delle emigrazioni,le fughe nella propria autosufficienza intellettuale o sociale,la cattura nelle neoideologie postmoderne del “fare” come variabile indipendente della producibilità umana universale e necessaria. Dobbiamo pensare per non disperare che possa esistere o essere pensata una possibile nuovo modo di fare economia. Si parla di economia ‘noetica’. Una possibile nuova situazione in cui le visioni, i miraggi, le speranze segrete e inconfessabili, le introflessioni integrali, i mutismi e gli arresti incondizionati, le resistenze estreme e l’estrema inarticolazione dell’inoperoso diventano la prassi possibile per vivere e pensare “i piccoli paesi” dell’abbandono, e dei “terremoti”,delle emergenze o delle urgenze naturali o meccaniche. Essa, grazie alla sua razionalità metapoietica, fa dell’inespresso,del fantasioso,del sogno e del non pianificabile il suo oggetto perspicuo, che non lega le proprie sorti e le sue finalità alla esplosione consumistica e sublimazione riproduttiva . L’inespresso e l’inarticolato non necessariamente devono essere letti nell’ottica sublimato, modificato e riprodotto. Attenti e sospettosi che anche l’inoperosità può essere trasformata in mercato operoso che mette in scena il fantasmagorico teatro della fruizione consumistica dell’inespresso. Che l’inerzialità, l’inespressività e l’inappagabilità dei desideri possono diventano sempre riproducibili, attraverso sequenze/figure immaginifiche: replicanti che si spacciano per mutanti. In queste condizioni inedite e nuove rifiutarsi di pensare che non v’è alcuna speranza di poter ingabbiare anche l’inoperosità nel ciclo o della salvezza o nell’orizzonte della linea di fuga. di Mauro Orlando - Presidente Onorario Comunità RNCD

“Merita il nome di sapere soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima”

lunedì 22 novembre 2010

LUNGA VITA AL FORMICOCO

Se si desidera volare e pensiamo a come farlo non riusciamo a volare. Se invece uniamo animo e ragione resta solo l'agire con le BUONE INTENZIONI.

La gratidudine credo che sia un'emizzione di energia creativa e ricreativa a differenza del semplice desiderio che a volte può diventare un ostacolo.

A volte non serve solo dimostrare o lamentarsi, ma (forse?) basta anche che un clown, in questo caso una Clownessa e per giunta Dottofessa Neny Nennella (al secolo Antonella Pasqualicchio) salisse su li incima al Formicoso sulla "soma" di una balla di paglia per riuscire a toccare con la sua bacchetta magica il cielo, le stelle e quello che ci sta in mezzo......per augurare

"LUNGA VITA AL FORMICOSO"
Qui, si potrà continuare a seminare il grano, per fare il pane.

Ve l'avevamo detto che i clown fanno solo magie gentili.









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lunedì 6 settembre 2010

ISCRIZIONI 2010/2011 SCUOLA MUSICOTERAPIA GESUALDO (AV)

La Scuola Triennale di Musicoterapia “Carlo Gesualdo” Gesualdo (Av) è lieta di comunicare l’apertura delle selezioni per l’ammissione al corso per l’anno accademico 2010/2011.

Requisiti di accesso: Diploma di scuola media superiore, Diploma di Conservatorio o Compimento medio di uno strumento musicale, Laurea in discipline medico/psicologiche o sociologiche.


Inoltre costituisce requisito di accesso l’operare già in strutture tecnico/riabilitative e socio-sanitarie nonché in contesti di relazione d’aiuto (medici, psicologi, insegnanti, educatori ecc ). Per concorrere è necessario inviare una breve domanda di ammissione con i propri dati anagrafici ed allegare un curriculum vitae.
Per ulteriori informazioni chiamare il Comune di Gesualdo o chiamare il 347.7419809 oppure scrivere al seguente indirizzo mail: sabatino.miranda@libero.it

http://istitutogesualdiano.it/public/?p=3,3



Anche quest'anno, dopo l'esperienza del Raduno 2009 di Flumeri (AV), abbiamo avuto il piacere di partecipare come clown nel nostro 1° Incontro Comunitario RNCD a San Lorenzello (BN) dal 2 al 5 settembre 2010 ai laboratori di musicoterapia che ci ha proposto la Scuola di Gesualdo "curati" dal suo immaginifico Direttore Sabatino Miranda e dello splendido Prof. Fausto Russo (psicoterapueta).



Con la loro scuola spero che presto possa nascere una proficua collaborazione per realizzare un "PERCORSO INIZIATICO INTEGRATO" dei due approcci "comico terapia e musicoterapia" che credo abbiano in comune gli stessi "strumenti":

CORPO;

VOCE;

EMOTIVITA';

RITMO;

ASCOLTO;

ARMONIA;

ENERGIA;

DISCIPLINA (della serenità);

IMMAGINAZIONE;

...insomma l'ARTE & la SCIENZA i due elementi a base di tutte le medicine.

Ciò per realizzare il sogno della nostra nuova "SQUOLA DI CLOWN Dottori e Sociali"

Nel frattempo vi invito ad acquistare e leggere questo bellissimo volume

"La Medicina dei Suoni. L'esperienza sonoro-relazionale come cura del sè"
(Perilli - Russo)

Vittorino Andreoli(*) scrive di questo libro:

"..Considerata la musica come linguaggio, espressivo e comunicativo, ne deriva anche il suo intrinseco significato terapeutico..Non vi è dubbio che esista uno stretto rapporto tra percezione dei suoni, dei ritmi e affettività, con modificazione degli stati d'animo e del comportamento;
non si sono condotte tuttavia ricerche che permettano di stabilire un preciso protocollo, tale da garantire un'utile indicazione e la previsione di effetti terapeutici. Il problema è quello di lavorare su un terreno di sicuro interesse clinico, cercando di controllare il più possibile le dinamiche attraverso cui la musica agisce..Occore insomma studiare questa materia utilizzando tutti i paradigmi di una psichiatria che dispone di metodologie comunque da rispettare. Non si tratterà, in ogni caso, di criteri definitivi, come del resto è proprio di ogni disciplina che si fondi sull'osservazione, sulla sperimentazione e debba tener conto di molti fattori. Il volume a cura di Gabriella G. Perilli e Fausto Russo: "La medicina dei suoni, L'esperienza sonoro-relazionale come cura del sè" è certamente un contributo che si colloca in questa direzione e merita, pertanto, non solo la lettura, ma un'attenta valutazione da parte di tutti coloro che sono inseriti all'interno di un processo terapeutico rivolto alla sofferenza e al disagio psicologico."

(*) Vittorino Andreoli - direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona - Soave)

lunedì 28 giugno 2010


Come faccio a parlarvi di Cairano se non l'avete vissuto con noi in questi giorni.....7x?












Uno spettacolo dopo l'altro...della natura.....























meraviglia delle meraviglie....














il vascello navigava in cielo aperto quando tutto d'un tratto ecco che qualcuno grida dalla tolda ...mare ...mare ....mare

















il faro della notte si accende







ed ispira i poeti
























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Chi siamo

Siamo persone "normali" che non si rassegnano a vivere senza sorridere, senza essere felici, senza libertà e giustizia sociale.Il nostro mondo, la nostra amata terra soffre di ferite profonde inferte da civiltà in declino che non riescono a offrire prospettive di vita serena a miliardi di esseri umani. Dovremmo sentirci tutti/e chiamati in causa e noi vogliamo provare a non sottrarci. Stiamo cercando un mondo diverso, anzitutto cercandolo in noi stessi. Possiamo impegnarci in comune per superare la disgregazione umana, per affermare una pratica dell'incontro, dello scambio, della ricerca e della socialità, dello stare insieme diversamente, non in maniera coatta ma consapevole. Ci piace definirci sognatori pratici perché l'utopia del benessere per tutti, della pace universale, dell'amore fra umani e per la madre terra siano realizzabili qui ed ora, per chi lo scelga. Siamo una comunità in costruzione di donne e uomini liberi e dunque libertaria perché vogliamo liberarci da costrizioni e autoritarismi, che vengono dalle ideologie e dai censori di ogni provenienza.Lo strumento di incontro della nostra comunità è il cerchio, spazio sacro di comunicazione intima nella forma del council, luogo di espressione libera e paritetica di ciascun partecipante.

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