mercoledì 29 luglio 2009

IL VIAGGIO POETICO DI UN ATOMO DI CARBONIO

Il carbonio è il mattone fondamentale della vita, e qui di seguito si descrive una parte del suo viaggio senza fine, adattata da una racconto di Primo Levi “La storia di un atomo di carbonio” (dal libro “Il sistema periodico”).


Se hai mai pensato che tu esista disconnesso dal Pianeta, questo racconto dovrebbe riportarti ad una visione più reale, poiché il tuo corpo contiene circa 700,000,000,000,000,000,000,000,000 atomi di carbonio che rappresentano il 10% del tuo peso, ognuno dei quali ha già danzato innumerevoli volte non diverse da quella che stai per leggere...


“il nostro atomo di carbonio ha atteso per centinaia di milioni di anni, legato a tre atomi di ossigeno ed uno di calcio, sotto forma di roccia calcarea non troppo lontano dalla superficie terrestre. Ad un certo punto il colpo di un piccone lo scopre e lo spedisce al suo destino verso la fornace per la calce, portandolo nel mondo delle cose che cambiano. Viene bruciato ed ancora aggrappato ai suoi compagni di viaggio, gli atomi di ossigeno, viene emesso dalla ciminiera e prende la via dell'aria. La sua esistenza, una volta immobile, ora è divenuta tumultuosa. Viene catturato dal vento, portato giù verso la terra e poi innalzato dieci chilometri in alto.


Respirato da un falco e disceso nei suoi ripidi polmoni, non è stato assorbito nel suo ricco sangue ricco ed è stato espulso. Si è sciolto per tre volte nell'acqua del mare, una nell'acqua della cascata di un torrente e di nuovo espulso. Ha viaggiato sospinto dal vento per otto anni: ora in alto, ora in basso, sul mare e tra le nuvole, sulle foreste, i deserti, le distese senza limite dei ghiacci; poi una volta catturato, ha dato inizio alla sua avventura nel mondo organico. L'atomo del quale stiamo parlando è stato portato dal vento lungo un filare di viti. Ha avuto il fortunato destino di sfiorare una foglia, di penetrare al suo interno e di essere qui fissato da un raggio di sole.

Ora il nostro atomo è parte di una molecola di glucosio. Viaggia dalla foglia al ramo e da qui scende verso i grappoli quasi maturi. Ciò che accade in seguito è la scienza degli enologi. E' il destino del vino di esser bevuto e chi lo beve conserva la molecola nel fegato per una settimana, ben nascosta e tranquilla, come riserva di energia per una fatica improvvisa; una fatica che viene affrontata la domenica successiva, per inseguire un cavallo in fuga. L'atomo viene preso dal flusso sanguigno dritto verso una minuscola fibra muscolare della coscia... e più tardi, come anidride carbonica, viene espirato di nuovo nell'aria.

Una volta ancora il vento, che questa volta soffia lontano, si spinge oltre gli Appennini, l'Adriatico, la Grecia, l'Egeo, Cipro, fin sino in Libano. E la danza si rinnova. L'atomo ora penetra e rimane intrappolato all'interno di un venerabile tronco di cedro, uno degli ultimi. Potrebbe rimanervi per cinque secoli, ma permettetici di immaginare che vent'anni dopo un tarlo lo abbia mangiato. Il tarlo ha poi generato una larva che in primavera si è trasformato in una farfalla che si asciuga ora sotto il sole, confusa ed abbagliata dallo splendore del giorno. Il nostro atomo è in uno delle migliaia di occhi dell'insetto che quando morirà, cadrà a terra, sotterrato nel sottobosco. Qui sono all'opera gli omnipresenti, instancabili ed invisibili microrganismi dell'humus. La farfalla viene lentamente decomposta e l'atomo ancora una volta prende il volo.

Torna all'aria... ed ecco si ferma sulla superficie dell'oceano per poi affondare lentamente. Un coccolitoforo che si trova a passare di lì se ne appropria per costruire il suo guscio di carbonato di calcio incredibilmente delicato. Ben presto anche esso muore e scivola sul fondo dell'oceano, dove si unisce ai milioni di miliardi dei suoi simili ognuno con i propri atomi di carbonio.

Nel corso delle ere geologiche, il movimento tettonico delle zolle porta questo sedimento, trasformatosi in roccia calcarea, alla superficie terrestre, esponendo questo atomo alla complessa danza della vita”
Ora guardati la mano, una cicatrice od un'unghia. Considerala non tanto come una mano, ma come il luogo ove si son fermati per un pò innumerevoli atomi di carbonio. Un luogo ove stanno avendo una tregua assai breve prima di continuare in quell'immenso viaggio che comprende le profondità dell'oceano, i cieli più alti, i dinosauri prima di te e le forme di vita che non abbiamo mai immaginato che verranno dopo di noi.

Ti senti connesso adesso?

giovedì 23 luglio 2009

Il cerchio de "La fiaba della nostra vita"

Sono quattro anni che insieme a Sidney Journò portiamo in giro per l’Italia il Cerchio, il Council, “la biblioteca dell’anima”, insomma gli “Appuntamenti Fuori Rotta”.

L’esperienza è partita molti anni fa dall’incontro con Manitonquant ed il suo bellissimo libro “Ritorno alla Creazione”. Da li molti sono stati i cerchi che abbiamo realizzato e che vivono ognuno una propria storia. E, cosi l’anno scorso con alcuni di questi amici ed amiche sparse nel globo abbiamo realizzato anche una comunità “IL Cerchio, comunità libertaria per sognatori pratici”
http://sognatoripratici.blogspot.com/ .

In particolare mi voglio qui soffermare su un tema che spesso propongo nei cerchi ed è quello di trasformare un momento negativo della propria vita in fiaba. Credo che tutti sanno la differenza tra una favola ed una fiaba quest’ultima a differenza della prima è priva di giudizi e di morali ed è sempre a lieto fine.

E’ evidente che qui non posso riportare nessun testo di fiabe che in tutti questi anni mi hanno raccontato i partecipanti ai cerchi. E, quando un amico scrittore mi chiese di regalargli un libro gli risposi che i miei sono libri che si possono solo custodire nella “Biblioteca dell’Anima” e che se fosse venuto anche lui una volta al council mi avrebbe regalato il suo ed io il mio..

Una volta con Sidney in Svizzera facemmo un council sul tema “la fiaba della nostra vita” fu bellissimo ed per certi versi terapeutico per alcuni. La fiaba che cura?Certamente si.La fiaba è un tipo di narrativa originaria della tradizione popolare. Nella stessa storia dei Nativi d'America si parla di council "delle storie che curano".

La fiaba è caratterizzata da componimenti brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici come fate, orchi, giganti e così via. Ida Magli (antropologa) nel bellissimo libro (purtroppo non più in ristampa) "Onorate il Grande Spirito" ci fa leggere fiabe fantastiche che loro si raccontavano intorno al fuoco.

E, dove il tempo presente passato e futuro bisogna consideralo "agente" (nel momento presente).L’antropologia è scienza dei popoli, e ci ha insegnato anche come le culture (le false credenze, le emozioni negative: attaccamento, invidia, odio, ecc) possono “influenzare lo stato di salute”. L'ambiente quindi non solo fisico ma anche emozionale.

L'epigenetica oggi ci conferma come è attraverso la rescrizione delle nostre "false credenze" possiamo trasformare la chimica del nostro corpo. In proposito potete leggere "La Biologia delle Credenze" di Bruce Lipton o "Chimica delle Emozioni" di Candace Pert. La nostra visione del mondo è la nostra capacità di scoprirci essere umani sani.

Leggendo questo bellissimo libro sulle fiabe dei Nativi d'America ho compreso meglio anche perché Walt Disney non poteva che nascere solo in America, in ragione proprio del quanto, dietro alla sua tradizione di cartoni animati, ci sia la tradizione delle storie “fantastiche” degli Indiani d’America . Certo un po’ consumata e piegata, come ci ha confermato la stessa Ida Maglia, attraverso la metamorfosi dei suoi animali, molto più vicini all’uomo, spogliando, gli animali, della loro “neutralità-istintiva” e dandoci in ogni caso la caratteristica che più ci fa ridere: “non imparano mai”! (loro?!)

Questa metafora, per certi versi la ritroviamo anche nella “Fattoria degli Animali” di Orwell, eppure questa, ancora oggi, non ci ha insegnato niente?

Non so quindi quanti di noi, sentendo questi racconti o vedendo i cartoni animati di Walt Disney siano stati capaci, di ridere di se stessi, perché questa caratteristica “del non imparare mai”, dovrebbe essere una “metafora” (pedagogica) sulla quale l’uomo dovrebbe meglio riflettere anche in ragione del fatto che la “scienza è ignorante”.

La stessa malattia è una metafora della nostra vita e quindi essa, molto più vicina all’uomo di quanto si pensi e che al momento, ha perso la sua naturalezza del vivere con gioia e quindi si ammala.E, così coniamo un nuovo motto “chi non si ferma è perduto”. Fermarsi nel cerchio per riprenderci la vita.

Capovolgendo un’altro “paradigma” rappresentato finora dal nostro “chi si ferma è perduto”.

Bel casino un pò incredulo mi incomicio a porre altre domande: non è che c’è la necessità, di prendere spunto proprio dalle culture più antiche (Indiani d’America, Maya, ecc) e dei motivi perchè questi popoli “primitivi” non hanno mai sviluppato le loro “tecnologie” (di morte) pur essendo stati capaci di svilupparle ?

Se pensiamo alle stori fantastiche che circolano su You Tube sull'11 settembre non ci resta che piangere (september a clus..quasta però non è una fiaba ma una bruttissima favola).

Tutto il mistero della scomparsa dei Maya, degli Inca, resta, e se pure questi fossero riusciti a scoprire la macchina del tempo, come la mia moto da Clown, pensate che l’avrebbero fatta conoscere, come ho fatto io, ai loro conquistatori spagnoli che li rincorrevano per ucciderli ?Scienza, Fantascienza o Pseudoscienza e lo stesso tema della metafora che Ida Magli ci svela quando accompagna i lettori a leggere il suo libro.

Certo ci si può ritrovare un pò frastornati quando ci si siede in cerchio e si inzia a raccontare "la fiaba della propria vita" ma vi posso dire che tutto diventa magico nel cerchio. Non solo voi che la raccontate vi renderete conto di come sia benefica ma chi vi siede difronte accoglie la vostra fiaba come la creazione di un campo "morfogentico" dove tutto si materializza.

E, possono giungervi all'orecchio di chi ascolta consigli di come risolvere una certa questione. O, anche che difronte a voi è seduta una persona (altra non quella che in quel momento racconta la fiaba per intenderci ) a noi cara che ci parla: ci interroga, ci consiglia; ci mette alla prova.

La stessa scienza è erede della mitologia greca e latina, che cambia la forma, ma appare uguale, come esperienza, a molti popoli, anche se lontani tra di loro, ma non si fa riconoscere al momento, che la metafora o l’esperienza si compie.

Questo è quello che puo capitare a tutti quando si è seduti in un cerchio del "la fiaba della nostra vita".Qui bisogna rieducarsi però a scrivere le fiabe. Infatti, Ida Magli, ci spiega che: c’è una differenza sostanziale fra i nostri racconti e quelli degli indiani d’America : “E’ il vissuto del Tempo”.Nella sostanza, i miti greci li abbiamo fatti uscire fuori dalla storia dandogli il taglio “mitico-fantastico” perché troppo “incredibili e irrazionali”; nel mentre in questi racconti e storie, si avverte il fatto che: “... il presente... il creduto... l’agente” deve essere compreso con la stessa logica del due più due fa quattro e quindi è vero!Un pò come in questo momento Ida Maglie è uscita dal libro, forse dal libro che è li sul vostro tavolo in cucina, e ci sta spiegando tutte queste cose.Il tempo “c’è o non c’è” ci ha spiegato Ida e non solo, ma ci invita a credere che il futuro e il passato indichino un tempo che non c’è.

Valle a capire ste donne e per giunta antropologa!

Per favore, Ida, ce la spieghi meglio questa cosa? Gli ho chiesto. Lei si è seduta in cucina e mi ha chiesto di farle un bel te che era stanca del viaggio che aveva fatto per venire a casa mia ora mentre vi scrivo sta cosa. E, così riprendendo a leggere il suoi "saggi" appunti mi dice: "A Nanos e me lo chiedi proprio tu?...siamo consapevoli di esistere in un tempo, siamo in grado di distinguere delle fasi: passato, presente, futuro e questa consapevolezza nasce contemporaneamente alla consapevolezza dell’esistenza di ognuno di noi: nel gruppo, insieme al gruppo, ma separato dal gruppo."“Il tempo... per gli Indiani d’America... è ripetizione... non nel senso che potremmo intendere noi però, ma nel senso naturale del termine, come lo scorrere dei giorni e delle stagioni, sempre uguali ed immutabile, e solo con questo equilibrio, di immutabilità che non significa evoluzione dell’uomo, che lo stesso... tempo... si compie e si manifesta nella sua... evoluzione”.

Questa riflessione propostami così magistralmente da Ida, mi ha fatto pensare di trasferirla nel tempo presente da cui siamo venuti e in cui vi torvate adesso che leggete questa mia riflessione. E, per questo sono tornato indietro con la mia moto del tempo ed ho iniziato a fare questi cerchi usando anche di più le metafore per facilitarli.

Per covenzione dirò: Oggi, adesso, anche se lo dico con un senso di comprensione e angoscia per il nostro futuro è lo stesso tempo, che non possiamo più non credere che non sia dipendente, dalle stesse nostre emozioni e da quello che succede oggi alla natura.Lo stesso scorrere del tempo, incide sulle nostre emozioni, perchè ricostruisce vissuti. Lo stesso tempo naturale biologicamente saltato nella produzione forzata dei frutti della terra ha prodotto malattie.

Ora quanti di questi vissuti del tempo in negativo (o in positivo) hanno un rapporto, con il nostro contesto ambientale, della nostra vita: casa, lavoro, strada, città, alimentazione, ambienti naturali di vita in genere ? Con il nostro stato di salute?

In Spagna hanno fatto una ricerca ultimamente sull'accrescimento dei casi di tumori nella popolazione a causa dei fenomeni sociali di disoccupazione.

In Psicologia Biosistemica lo stesso Hamer parla di conflitti biologici su vissuti emozionali e di come questi incidono attraverso emozioni negative sulle patologie e come è oggi possibile costruire gli antidoti alle emozioni negative attraverso un processo di trasformazione dell'emozioni stesse.

Passare dalla logica della paura all'amore incodizionato anche e fondamentalmente verso se stessi, avendo coscienza che il primo atti di guarigione è il perdono. La fiaba?

Ecco oggi abbiamo bisogno di riflettere e quindi fermarci. Fermare la terra e farla rinascere. Fermarci ad aspettarla. Fermare la nostra corsa verso un “futuro migliore”, senza riuscire ancora, assolutamente a comprendere appieno, "come fare".

Per questo c'è bisogno di “fermare il nostro tempo” per riflettere.

Abbiamo perso la capacità di "ascoltare" (noi stessi e la terra, oltre che le altre persone che ci sono care) e per questo non riusciamo a fermare il nostro tempo e ritornare in risonanza con il tutto. Ci sentiamo sempre più sballottati tra passato e futuro senza vivere e comprendere il nostro presente.

Credo che le malattie del XXI secolo siano causate sostanzialmente dall'incapacità dell'uomo di trasformare, nel tempo presente, le sue emozioni negativi ed i suoi bisogni di sopravvivenza. Quindi "fermare il tempo" significa "ascoltarci”; ascoltarci significa guarire.

La fiaba si distingue dalla favola, in cui la componente fantastica è generalmente assente, dalla struttura della narrazione che ha un intento allegorico e morale più esplicito.Molti pensano che le fiabe sono tradizionalmente pensate per intrattenere i bambini, ma non è del tutto corretto: esse venivano narrate anche mentre si svolgevano lavori comuni, per esempio filatura, lavori fatti di gesti sapienti, ma in qualche modo automatici, che non impegnavano particolarmente la mente.

Quindi non è vero che "sforzarsi" a trasformare un evento negativo della propria vita attraverso la fiaba e con il lieto fine significa "andare sul mentale" e quindi uscire dalla logica del council che richiede di agire sul sentito del corpo e sull'emozione. Credo che sia vero il contrario.

Erano per lo più lavori femminili, ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori è femminile (le donne hanno maggiori capacità e sensibilità) ; oltre al fatto che alle donne era attribuito il compito di cura- e intrattenimento- dei bambini esse raccontavano le fiabe prendendo spunto proprio dai fatti della vita della vita quotidiana.

Le fiabe tutto sommato erano un piacevole intrattenimento per chiunque, e "davanti il fuoco" erano gradite ad adulti e bambini di entrambi i sessi.

Nel cerchio nella sostanza ho ripreso questa tradizione antica di come forse anche in passato nascevano le fiabe.

“Le fiabe sono state tramandate a voce di generazione in generazione per lunghi secoli e chi narrava le fiabe spesso le modificava o mescolava gli episodi di una fiaba con quelli di un'altra, o episodi della propria vita, dando a volte origine ad un'altra fiaba.”

Tutte le fiabe del mondo hanno caratteristiche analoghe e PROPP definì 31 funzioni narrative per la costruzione di una fiaba. In verità io ne do solo alcune fondamentali - per non complicarci la vita - :

1. trasformate un episodio negativo della vostra vita che state vivendo adesso in questo momento presente in fiaba (qui spiego la differenza tra favola e fiaba);

2. utilizzate la vostra figura come protagonista e come eroe della fiaba;

3. create il vostro momento magico di trasformazione ed il personaggio che arriva in vostro aiuto;

4. passaggio della situazione dal negativo al positivo;

5. lieto fine.Consiglio anche di mantenere indeterminato il tempo nel senso che passato presente e futuro si confondono e si uniscono nel tempo presente (stesso in cui si racconta la fiaba) gli stessi personaggi (voi stessi) , epoca e luoghi devono corrispondere all’episodio reale ma possono anche essere diversi, nel senso che sono quasi sempre indefiniti (e remoti), mai descritti con precisione, e quasi mai nominati. Tutte le fiabe devono iniziare in ogni caso con il "C'era una volta..." e/o "In un paese lontano..." senza dire ne dove ne quando e finire con "...è tutti vissero felici e contenti.".

I fatti devono essere rappresentati impossibili e i personaggi inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana (molti fatti narrati possono accadere solo per magia e molti personaggi esistono solo nella fantasia popolare o mitica, e non di rado sono personificazioni di concetti astratti: il bisogno, il male, il dolore, la speranza, la soluzione, il premio, il lieto fine, ecc.);E' severamente vietato dare giudizi e inserire aspetti moralistici.

I personaggi sono o buoni o cattivi, o furbi o stupidi e non esistono vie di mezzo, la ragione sta sempre da una sola parte;Inserire con la fantasia frasi o formule magiche; apoteosi finale: come ho detto c'è sempre un lieto fine (i buoni, i coraggiosi e i saggi -- o stupidi -- vengono premiati;le ragazze povere diventano principesse; i giovani umili ma coraggiosi salgono sul trono; la virtù premiata, la bontà vince, sempre.Lo scopo è evidente utilizzare la parola, ed in aprticolare lo schema della fiaba come atto terapeutico: la storia che cura.

Lo stesso significato del nome Manitonquant (autore del libro "Ritorno lla Creazione") è Medicine Story. La storia che cura. "La fiaba della nostra vita" che cura (guarisce), questo è un libro che non ho ancora scritto e che non posso scrivere perchè è custodito nella "Biblioteca dell'Anima". Sull’argomento invece delle "la fiaba che guarisce" sono stati scritti molti libri.

Se si va su internet è possibile trovarne alcuni veramente interessanti.Essi però, a mio modesto avviso, affrontano la questione solo da un punto di vista psicologico invece io credo per l’esperienza che ho verificato personalmente nei cerchi che ho realizzato della "Fiaba della nostra Vita", con diverse persone, si produce un “campo” piscomagico ( psicobiologico, psicotranspersonale) che Sheldrake chiama “campi morfogenetici” o Hellinger "costellazioni familiari" e "ordini dell'amore".

Nella sostanza in questi cerchi interaggiscono sempre più "sistemi di comunicazione" (ascolto). Interaggiscono contemporaneamente e quindi non c'è solo una parte cognitiva ma fondamentalmente traspersonale e biosistemica (emozionale) e quindi morfogenetica per me magica.Cosi sia la persona che racconta la propria fiaba come le stesse persone che ascoltano - con le “intenzioni” del cerchio - ne hanno benefici.Ne sono certo per averlo vissuto direttamente che la nostra stessa percezione subisce un cambiamento che va al di la di noi stessi e si congiunge a quella parte che si chiama coscienza globale, quella coscienza che non ci appartiene e dove tutti possono attingere attraverso canali eterei.

Coscienza a cui tutti siamo collegati, tanto che persone assenti al contesto e richiamate anche indirettamente dal racconto possono rivolgersi a noi che partecipiamo al cerchio, attraverso il vissuto della persona che racconta la fiaba della propria vita ed a specchio ci interroga.

Ci chiedono conto e ragione di quello che facciamo e di come è possibile invece cambiare in positivo la nostra situazione presente.E, li comprendi che siamo tutti collegati in rete in maniera cosi magica che quando ti alzi dalle due ore del cerchio hai la perfetta cognizione di cosa può significare parlare attraverso l’etere e come sia possibile guarire con la tua fiaba ma anche con quella che hanno raccontato le altre persone.

Quindi non solo quelle che ci siamo raccontati noi ma fondamentalmente quelle che ci hanno raccontato gli altri.Per questo motivo ho proposto ad un mio amico Medico Oncologo dell'ospedale dove lavoro di realizzare un Cerchio del Clown Schemano che abbia come punti cardini tre aspetti: Il cerchio, La Fiaba, Il sorriso (gioia).

Molte volte mi sono trovato di fronte a persone che in due ore di cerchio hanno focalizzato la possibilità del loro cambiamento e come anche collegato a ciò si sono affievoliti i dolori fisici che avevano all'inzio. Se non scomparsi del tutto.

Questa a mia opinione è la conferma ulteriore di come l’approccio alla presa in cura delle persone deve contenere la comprensione di più sistemi in relazione tra di loro e non uno solo o ancora peggio separati tra essi.

Oggi la iper specializzazione in medicina ha fatto il paziente a pezzi. Lo stesso medico iper-specializzato resta incapace di accogliere la persona nel suo insieme.

Credo che il clown dottore debba sviluppare meglio questi aspetti all’interno del proprio intervento.

Ora , ...in verità è prima di adesso che state leggendo questa cosa che ho scritto, che per voi è passato, ma è già per tutti futuro... per tutelare meglio il "DIRITTO alla FIABA della NOSTRA VITA" ho convocato per domenica 26 LUGLIO a Flumeri (AV) l'Avvocatissimo Gianni Puca, nostro dilettante fiabista, per elaborare un progetto di tutela e presa in cura con "La fiaba della nostra Vita".

Nanos

lunedì 13 luglio 2009

W DANIELA

Domani 14 LUGLIO compratevi il quotidiano "Terra": c'è l'articolo di Daniela Da Milano, la nostra carissima amica giornalista di Velletri, sulle città di transizione, finalmente!

Siamo tutti contenti, è il suo primo articolo per questo giornale ed è la prima volta che questa notizia esce su un quotidiano nazionale.

Daniela raggiante ci dice: "Così, una piccola soddisfazione in una serie di giorni neri (quando ci vediamo vi racconto)...

A presto
Daniela


W DANIELA
http://www.youtube.com/watch?v=6_Hzw-0m8aU&feature=related

sabato 11 luglio 2009

Spaghetti con le Vongole Fujute

La nostra vita
è come un guscio
di vongola.
Cerchi che si espandono
all'infinito nel mare,
ma che tornano
sempre allo stesso
punto d'origine,
anche se rischiano
di insabbiarsi.
Forse per questo,
mi piacciono
gli spaghetti
con le vongole fujute!
Posso sempre
tornare alle mie origine,
e custordire
i miei sogni
nei loro gusci,
quando finisco
di mangiarli.

Nanos

venerdì 10 luglio 2009

IL PIACERE E IL DISINCANTO

Il disincanto: è come ti senti tu quando dai per scontata una cosa. Quella cosa non ha più misteri per te, ha i contorni netti, precisi. Come dire…non ti incanta più, non ti lascia un tantino perplesso, non ti lascia a pensare…non ti fa sentire le farfalline nella pancia….non sei più incantato.

Il disincanto: è come mi sento io quando so che una persona mi dirà quelle parole, farà quei gesti, si aspetta da me quelle cose. E’ il circoscrivere la paura….anticipare il dolore, impacchettare l’immaginazione…dare confini alla possibilità, centellinare le lacrime, incanalare la gioia, definire l’aria, inscatolare l’impollinazione…

Il disincanto: è come ci stiamo rovinando nei rapporti, è come stiamo incenerendo il CDR emozionale accumulato, è il modo principale per trattare i rifiuti tossici emotivi e relazionali, è il parallelo di quello che stiamo combinando alla Terra, che non ci incanta più, non ci tocca il suo canto. Non sentiamo il suo battito.

Il disincanto: è sentire che i morti sono morti, che stanno nella terra e non anche intorno a noi e dentro a noi…è non credere più di potersi voler bene senza tornaconto, mi voglio bene, ti voglio bene , perché è bello così, e possiamo pure litigare e possiamo pure allontanarci, tu mi incanti anche se stiamo su posizioni così diverse….

Per vivere la vita con piacere dobbiamo lasciar perdere il disincanto.

Impariamo dai morti: si dice che loro non muoiono, restano incantati.



Il coraggio (a mio padre)


Il coraggio è la paura vestita da sposa.
E’ un bambino che tra le bombe riposa.
Il coraggio è sentire un sussurro dall’altra parte del globo
E trovare in questo la forza del dopo.
Il coraggio è quando ti ho preso tra le braccia, morto,
eri ancora mio padre…caldo...indifeso… assorto.
Il coraggio è stato raccogliere il tuo ultimo respiro nella mia mano
Cercavo i tuoi occhi …. Amore mio, mio padre….
Torna gabbiano….
Il coraggio fu quell’ultima luce serale….
Quando ti chiedevo
Papà come stai?
E tu ancora mi rispondevi
Non c’è male.
Il coraggio è questo dono che mi hai fatto
Tu ci sei stato, fino all’ultimo atto.

di Carmela Longo


giovedì 9 luglio 2009

Angelo mio



Buongiorno, angelo mio,
fammi sentire la tua musica.

Vieni in soccorso di questo clown
afflitto da tutti i mali della terra.




Cantagli un canto di gioia.
Infondi in lui l’armonia,
risveglialo nella luce infinita,
e fa che possa udire la voce dei padri.


Intona,
un canto soave;

che animi la sua mente
e il suo corpo.


Condividi con lui,
anche se solo per un attimo,
la fatica di essere clown,

affinché tutti possano udire,
nell’incanto del giorno,
questa melodia d’amore,
e cantare,
con lui,
nel sempre.

Nanos
...dedicata a tutti i padri degli Angeli dal Naso Rosso

lunedì 6 luglio 2009

RADIOATTIVITA'

Oggi mi ha telefonato una mia carissima amica.

Gli esami del sangue le hanno confermato tracce significative di radioattività nel sangue. Fino a poco tempo fà abitava nella zona di Marigliano in Campania.


Mi ha detto sai Enzo domani è martedì 7 luglio, c'è la luna piena ....è la LUNA BUONA ... perchè non vieni a fare un cerchio di council a casa mia?

Si è trasferita da poco in campagna, in un altro paese della Campania, lontano da dove era nata e viveva.

Oggi ho mandato a quel paese un sacco di gente. Tenevo la LUNA STORTA.


Domani spero di avere la luna buona. E, spero anche che non piove un'altra volta, come sta facendo ultimamente tutti i pomeriggi. E' un Luglio di acquazzoni che hanno allagato la casa di un amico. L'acqua mi ha detto è entrata dal camino. Mai successo prima. Credo che la terra risponde sempre hai nostri bisogni. C'è esigenza di lavare tutte le ferite di questa nostra terra.

Ecco, domani spero di avere anch'io la LUNA BUONA. E' piena! E' beneaugurale.

Devo fare un council alla mia amica Raffaella. Il council della LUNA BUONA.

Ecco perchè ogni tanto mi dedico un attimo anch'io ad essere meno saggio e un pò più stronzo almeno con gli amici sperando che almeno loro alla fine mi possano comprendere che non sempre possiamo vedere la luna nel pozzo.

Buona luna a tutti, Nanos


P.S. Per dovere di cronaca integro qui alcuni link per comprendere meglio il contesto temporale sul caso. Già da alcuni anni diverse associazioni ed in particolare gli studi e ricerche sull'aumento dei tumori in Campania fatte "dall'Assise di Palazzo Marigliano" hanno posto in evidenza la drammaticità della situazione:

http://www.napoliassise.it/
http://annavillani.blog.kataweb.it/anna_villani_giornalista/2006/07/page/2/
http://www.rifiutizerocampania.org/articololibero/marigliano-contaminazione-da-uranio
http://nunzia1978.splinder.com/tag/palazzo+marigliano
http://cronacaeattualita.blogosfere.it/2008/01/emergenza-rifiuti-le-ecoballe-di-napoli-sono-tossiche-e-radioattive.html
http://www.marigliano.net/img/3273.php

Come annunciato sono andato a trovare la mia amica sta meglio. I tassi sono diminuiti sensibilmente rispetto a prima. Sta praticando una serie di cure alternative a partire da una diversa alimentazione e anche molti cerchi con gli amici alla "luna buona". Mi confermava gli aumenti di cancri e tumori nelle zone interessate...e forse molti (ancora) non sanno neppure perchè. Sarebbe interessate (se non si è provveduto già) che si organizasse un "cerchio osservatorio permanente": di cittadini, associazioni, assessorato alla salute della Regione Campania, ARPAC, protezione civile, per promuovere adeguati indirizzi preventivi e di presa in cura delle persone.

http://www.youtube.com/watch?v=jC7qRPXmrw4&feature=related

AVETE PERSO LA VOSTRA TRIBU' ?

VOLETE UNA GIOIOSA, AMOREVOLE COMUNITA'?

lettera ad un'amico
(tratta da libro: La Via del Council)
di Manitonquant:


Caro Amico ti scrivo,
Mi dispiace di com'e' andata la nostra telefonata, perché so che ti senti abbandonato e solo al mondo, ed e' sbagliato, e' un peccato perche' ti amo molto e voglio che tu sia forte e felice e libero da tutte le cose terribili che ti sono successe, in modo da poter portare al mondo i tuoi molti doni. Lo vedo chiaramente, e ti capisco molto bene. Ma la prima regola del mio cerchio e' il rispetto completo - rispetto per le persone, cosi' come per la terra e il mondo naturale. Ogni persona merita rispetto.

Rispetto te - ma - non rispetto gli automatismi. Purtroppo tu, per via delle cose orribili che ti sono state fatte da altri esseri umani, vedi ed esperisci il mondo attraverso pesanti pattern creati da una grande angoscia. Mi dispiace per questo. Non ti meriti un tale fardello. Non e' colpa tua se ce l'hai. Ho grande rispetto per te, il tuo coraggio, la tua resistenza nel sopravvivere a queste ferite, la tua lotta per vivere e usare i tuoi doni, e la tua onesta’.

No, non penso che tu stia mentendo. Su niente. Mai. So che credi assolutamente a tutto cio' che dici. Ma prima devo porre l'enfasi sul fatto che la legge del rispetto significa che non si attacca mai gli altri. Gli altri possono attaccarti, se sono di minor consapevolezza e comprensione, o piuttosto di maggiori ansie e automatismi, ma non dobbiamo ricadere nei comportamenti di minor consapevolezza e attaccare chiunque. Questo non e' il modo di affrontare gli schemi altrui. Non e' utile, e distrugge la comunita'. Quindi non lo permettero' nel mio cerchio. Neanche per un secondo. Abbiamo metodi molto migliori di trattare i nostri problemi. Ma prima che facciamo qualunque cosa, gli attacchi devono cessare.

Mettiamo che una persona nel nostro cerchio stia mentendo. Mettiamo che una persona nel nostro cerchio stia rubando. Mettiamo che una persona nel nostro cerchio si stia mostrando razzista. O qualunque altra trasgressione umana che vi viene in mente. La cosa peggiore, ovvero, la meno efficace - che possiamo fare e' attaccare quella persona, chiamarla bugiarda. Ladro. Razzista. O quello che vi pare. Abbiamo sbattuto fuori quella persona dai nostri cuori ed eretto un muro tra noi. Esattamente cio' che la societa' ha fatto ai prigionieri. In questo modo non si puo' raggiungerli, non c'e' possibilita' di aiuto, o rieducazione, o cura.

Se partiamo dalla premessa che tutte le persone sono buone, allora non possiamo sbattere nessuno fuori dal nostro cuore. Ne' dal nostro cerchio, ammesso che stiano rispettando e non attaccando gli altri. Quando le persone fanno cose che riteniamo sbagliate, dobbiamo capire che non hanno bisogno dei nostri attacchi, hanno bisogno del nostro aiuto. Chi credi che abbia bisogno più di tutti del tuo amore - quelle persone adorabili che tutti adorano perche' sono cosi' facili da adorare? O quei duri, i ladri, i bugiardi, gli offensivi, i manipolatori, quelli bloccati in automatismi distruttivi?

Se qualcuno nel nostro cerchio mente, ruba, attacca, prima di tutto parlerei con quella persona esattamente come ora sto parlando con te, facendole sapere che la amo e la rispetto, ma rifiuto di rispettare i suoi automatismi. Se si astiene da qualunque attacco sugli altri, mi offriro' di fare squadra con lei contro quegli automatismi e consigliarlo. Se continua a negare su questi pattem, lo invitero' ad esplorare l'argomento in un cerchio allargato, in cui insistero' affinche' tutti siano consapevoli della differenza fra la persona e i suoi pattern, e si alleino con lei contro quei pattern. E se in questo processo verranno fuori i pattern di altre persone, avremo cura di occuparcene allo stesso modo.

Ora dato che so che questa e' una nuova via nel mondo, e una nuova via per te, devo anche seguire la seconda regola - pazienza. So che a questo punto puo' essere difficile per te. E' così lontano da cio' che il mondo ti ha sempre insegnato. So che non e' colpa tua se fai esperienza del mondo in questo modo, che le tue ferite urlano talmente forte che e' difficile per te sentirmi quando cio' che dico contraddice la tua esperienza. Quindi devo essere paziente, sapendo che potrebbe volertici un po' di tempo per arrivare a questa consapevolezza e capire che cosa ne e' richiesto.

Voglio soltanto che tu sappia che non sto voltandoti le spalle. Credo in te. So che sei buono, e che sei anche intelligente, e che se ti impegni ce la farai, perche' cio' che dico e' la verita'. Quindi Spero che tu legga tutto questo più di due volte, ci pensi, ci ripensi, e vedi se puoi accettarlo. Ti ringrazio per l'opportunita' di buttare giu' tutto questo su carta, penso che userai questa mia lettera a te in qualche saggio sul cerchio prima o poi. Nel frattempo devo fermamente, pazientemente, amorevolmente mantenere la linea - niente attacchi.

Da parte di nessuno nel nostro cerchio.

Non sono contento di vivere in un mondo di antagonisti e avversari, di violenza e manipolazione, di solitudine e isolamento. So che il mondo in cui siamo cresciuti era cosi', ma non necessariamente dobbiamo continuare a viverci. Io vivo in un cerchio di persone che la pensano come me, che vogliono come me un mondo di amore e attenzione e intimita' e supporto reciproco. Se voglio continuare a impedire che il cerchio in cui voglio vivere venga contaminato dal mondo esterno da deliri di potere, di oppressione e lotta e alienazione, allora dovro' essere vigile e fermo e mantenere la linea sulle regole del rispetto e del non-attacco.

Non puoi costringere te stesso ne' nessun altro ad amare nessuno. Ma quando comunichi, non con attitudine aggressiva, ma da amico, sostenitore e alleato, il primo risultato e' la comprensione, e il secondo, essendo gli esseri umani cio' che sono, inevitabilmente e' l'amore.

THE END

I CERCHI SI MOLTIPLICANO

... per dire che c'è anche qualcun altro in Italia che ha voglia di riunirsi in cerchio per discutere di tante cose che non vanno..
Ricominciamo da qui ..seduti intorno allo stesso fuoco..
TRIBU D'ITALIA
primo incontro
17-18 luglio 2009
Castello Pasquini a Castiglioncello (LI)

http://sconfinamenti.splinder.com/post/20900394#more-20900394

IL CERCHIO DEI SOGNATORI PRATICI ...della Valle Telesina

Carissimi,
mi permetto di inserirvi tutti in una unica mailing list perchè a ognuno di voi sono legata da amicizia, affinità, da esperienze come clown (siamo reduci dal raduno nazionale clown dottori di Flumeri - AV) o comunque da affetto, anche se solo via mail per esigenze di vita.

Di alcuni di voi ho semplicemente avuto modo di conoscere l'impegno nel sociale, a vario titolo. Ci sono poi tutti i net- amici di Benevento ecosolidale, credo oltre 200, seguo con grande interesse i vostri percorsi, perciò ho ritenuto opportuno contattare tutti via mail per far conoscere un'iniziativa che ci piacerebbe prendesse piede anche qui da noi, in Valle Telesina.

Come avete visto nell'oggetto, vorremmo creare un altro cerchio (anche semmai costituendoci in futuro come associazione) che ha già, per ora, solo un blog: "SOGNATORI PRATICI", che vi invito ad andare a visitare, e che ci consente già di scambiarci esperienze e saperi, con altri amici in italia, organizzando laboratori di ogni tipo di una o più giornate, centrati sulla ecologia dell'ambiente, della mente e dei rapporti, fondati sull'esperienza del cerchio, dunque sul rispetto, sull'ascolto, sull'orizzontalità, sulla parità, sull'inclusione.

Vogliamo recuperare l'importanza del dono, della gratuità e della cooperazione. Vi invio il libro, non ancora pubblicato in Italia : La Via del Cerchio di Manitonquant, che lo stesso autore ha fatto dono alla Comunità il Cerchio...per iniziare il nuovo sentiero.


Cosi come vi invito a leggere il bellissimo libro "Ritorno alla Creazione" dello stesso autore che trovate in tutte le librerie e che ha ispirato Sidney Journò, Enzo Maddaloni Clown Nanosecondo e tanti altri amici in Italia ad avviare già da molti anni l'esperienza del cerchio.

Così potrete capire esattamente cosa intendiamo per esperienza del cerchio. Oltre trovare altre notizie sui blog della comunità.

Uno dei primi laboratori che si potrebbe fare è quello "Alla ricerca del proprio clown...ma, se trovi qualcos'altro va bene lo stesso" (tenuto Nanosecondo al secolo Enzo Maddaloni), o quello di "Costellazioni Familiari" a cura della dott.ssa Cinzia Bracaloni, di Roma, oppure di "Musicoterapia" grazie alla collaborazione della scuola di Gesualdo (AV).

Chi di voi vuole materialmente far parte del nostro CERCHIO... della Valle Telesina me lo faccia sapere, oppure ditemi se desiderate solo ricevere informazioni oppure, ancora, se non volete più mail ditemelo senza problemi!

Se intendete aggiungere altre persone, evidenziatemi in una mail l'indirizzo, in modo che possiamo contare su liste sempre aggiornate.
Vi abbraccio tutti!

E, come si salutano i clown, state nella Bellezza e nella Gioia!
Carmela Longo
Clown Patagoscha

email: carmela.longo-pace@poste.it

Questi i siti web per capirci qualcosa in più:
http://www.radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/
http://www.sognatoripratici.blogspot.com/
http://www.compagniasorrisocampania.it/

L'intelligenza della Terra...

"Più cresce la coscienza individuale, più essa questa fa crescere la coscienza universale", dice Nanos.

Forse è per questo che, durante il cerchio (fatto il primo giorno del Raduno Clown di Flumeri), è stato così bello tuffarsi negli occhi di un’altra e riconoscere le stesse luci e le stesse ombre, le stesse paure, la stessa timidezza, la stessa gioia di esistere, e poi ho potuto condividere con gratitudine i ricordi più felici di perfetti sconosciuti, sentendomi da subito tornata “a casa”.

Forse è per questo che, durante le costellazioni familiari, ho sentito con stupore scricchiolare i confini tra me stessa e gli altri (finalmente!), ho sentito scendere dai miei occhi lacrime che non sapevo più se fossero le mie o quelle di un'altro.

Forse, anzi sicuramente è per questo che durante lo yoga della risata mi sono rispecchiata in altri occhi e ci ho trovato lo stesso sollievo a poter ridere di tutto e di niente, dimenticando almeno per un pò me stessa e la mia soggettività.

Ecco perché durante la magica sessione di musicoterapia ho sentito il suono della terra e di ogni singola persona che era lì battere all’unisono come un grande cuore.

Ecco perché durante il counseling ho potuto liberare la mia stanza interiore da vecchie tristezze e pallidi fantasmi e respirare finalmente una nuova aria pulita.

Ed ecco perché alla fine di quattro giorni a Flumeri mi sono sentita come se eravamo tutti le dita di una stessa mano, ho sentito che siamo ed apparteniamo ad un unico Uno.

È questo, non c’è dubbio, il salto di intelligenza che può produrre un’umanità con meno nemici e più clown.

Un salto di intelligenza reso possibile dall’esperienza reale, quella fatta di sangue-sudore-lacrime-e-risate, e non quella virtuale, e non quella che si impara sui libri (grave ammissione, ahimè, per una che si è consumata gli occhi su migliaia di libri per inseguire la Conoscenza!).

Grazie a tutti voi, fratellini e sorelline, per aver camminato insieme a me per un breve tratto sui “nuovi sentieri di una comunità possibile”, come dice il saggio Nanos.

Daniela Da Milano

P.S. Vi aspetto il 18 e 19 Luglio a casa mia...

Chi siamo

Siamo persone "normali" che non si rassegnano a vivere senza sorridere, senza essere felici, senza libertà e giustizia sociale.Il nostro mondo, la nostra amata terra soffre di ferite profonde inferte da civiltà in declino che non riescono a offrire prospettive di vita serena a miliardi di esseri umani. Dovremmo sentirci tutti/e chiamati in causa e noi vogliamo provare a non sottrarci. Stiamo cercando un mondo diverso, anzitutto cercandolo in noi stessi. Possiamo impegnarci in comune per superare la disgregazione umana, per affermare una pratica dell'incontro, dello scambio, della ricerca e della socialità, dello stare insieme diversamente, non in maniera coatta ma consapevole. Ci piace definirci sognatori pratici perché l'utopia del benessere per tutti, della pace universale, dell'amore fra umani e per la madre terra siano realizzabili qui ed ora, per chi lo scelga. Siamo una comunità in costruzione di donne e uomini liberi e dunque libertaria perché vogliamo liberarci da costrizioni e autoritarismi, che vengono dalle ideologie e dai censori di ogni provenienza.Lo strumento di incontro della nostra comunità è il cerchio, spazio sacro di comunicazione intima nella forma del council, luogo di espressione libera e paritetica di ciascun partecipante.

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