venerdì 10 luglio 2009

IL PIACERE E IL DISINCANTO

Il disincanto: è come ti senti tu quando dai per scontata una cosa. Quella cosa non ha più misteri per te, ha i contorni netti, precisi. Come dire…non ti incanta più, non ti lascia un tantino perplesso, non ti lascia a pensare…non ti fa sentire le farfalline nella pancia….non sei più incantato.

Il disincanto: è come mi sento io quando so che una persona mi dirà quelle parole, farà quei gesti, si aspetta da me quelle cose. E’ il circoscrivere la paura….anticipare il dolore, impacchettare l’immaginazione…dare confini alla possibilità, centellinare le lacrime, incanalare la gioia, definire l’aria, inscatolare l’impollinazione…

Il disincanto: è come ci stiamo rovinando nei rapporti, è come stiamo incenerendo il CDR emozionale accumulato, è il modo principale per trattare i rifiuti tossici emotivi e relazionali, è il parallelo di quello che stiamo combinando alla Terra, che non ci incanta più, non ci tocca il suo canto. Non sentiamo il suo battito.

Il disincanto: è sentire che i morti sono morti, che stanno nella terra e non anche intorno a noi e dentro a noi…è non credere più di potersi voler bene senza tornaconto, mi voglio bene, ti voglio bene , perché è bello così, e possiamo pure litigare e possiamo pure allontanarci, tu mi incanti anche se stiamo su posizioni così diverse….

Per vivere la vita con piacere dobbiamo lasciar perdere il disincanto.

Impariamo dai morti: si dice che loro non muoiono, restano incantati.



Il coraggio (a mio padre)


Il coraggio è la paura vestita da sposa.
E’ un bambino che tra le bombe riposa.
Il coraggio è sentire un sussurro dall’altra parte del globo
E trovare in questo la forza del dopo.
Il coraggio è quando ti ho preso tra le braccia, morto,
eri ancora mio padre…caldo...indifeso… assorto.
Il coraggio è stato raccogliere il tuo ultimo respiro nella mia mano
Cercavo i tuoi occhi …. Amore mio, mio padre….
Torna gabbiano….
Il coraggio fu quell’ultima luce serale….
Quando ti chiedevo
Papà come stai?
E tu ancora mi rispondevi
Non c’è male.
Il coraggio è questo dono che mi hai fatto
Tu ci sei stato, fino all’ultimo atto.

di Carmela Longo


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Chi siamo

Siamo persone "normali" che non si rassegnano a vivere senza sorridere, senza essere felici, senza libertà e giustizia sociale.Il nostro mondo, la nostra amata terra soffre di ferite profonde inferte da civiltà in declino che non riescono a offrire prospettive di vita serena a miliardi di esseri umani. Dovremmo sentirci tutti/e chiamati in causa e noi vogliamo provare a non sottrarci. Stiamo cercando un mondo diverso, anzitutto cercandolo in noi stessi. Possiamo impegnarci in comune per superare la disgregazione umana, per affermare una pratica dell'incontro, dello scambio, della ricerca e della socialità, dello stare insieme diversamente, non in maniera coatta ma consapevole. Ci piace definirci sognatori pratici perché l'utopia del benessere per tutti, della pace universale, dell'amore fra umani e per la madre terra siano realizzabili qui ed ora, per chi lo scelga. Siamo una comunità in costruzione di donne e uomini liberi e dunque libertaria perché vogliamo liberarci da costrizioni e autoritarismi, che vengono dalle ideologie e dai censori di ogni provenienza.Lo strumento di incontro della nostra comunità è il cerchio, spazio sacro di comunicazione intima nella forma del council, luogo di espressione libera e paritetica di ciascun partecipante.

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